Bartolomeo fu uno dei dodici apostoli che accompagnarono Gesù nella Sua vicenda terrena. Le informazioni dirette che si hanno su di lui sono limitate a pochi passi del Vangelo. Peraltro, a partire dal IX secolo, si tende ad identificare Bartolomeo con Natanaele, nativo di Cana in Galilea, e probabile testimone del miracolo delle nozze di Cana: il nome completo sarebbe Natanaele Bartalmai, ossia figlio di Talmai.

Dopo la Resurrezione di Gesù, Bartolomeo iniziò con gli altri apostoli la missione evangelizzatrice; la tradizione gli attribuisce numerosi viaggi, di cui però non c’è testimonianza precisa. Subì il martirio intorno al 60 d.C., ad Albanopolis in Armenia; la tradizione più diffusa vuole che egli sia stato spellato vivo, e infatti nell’iconografia classica egli appare tenendo in mano la propria pelle sanguinante (celebre l’immagine dipinta da Michelangelo nella Cappella Sistina).

Le reliquie di San Bartolomeo hanno avuto una storia molto movimentata e non del tutto certa. Sarebbero state traslate prima in Mesopotamia e poi a Lipari, dove giunsero nel 580 (secondo un’altra tradizione addirittura nel 264). In seguito all’invasione degli Arabi in Sicilia, le spoglie furono recuperate dal principe longobardo Sicardo, che nell‘838 le fece trasportare a Benevento, capitale del Ducato longobardo. Nel 999 l’imperatore Ottone III ordinò di traslare le reliquie a Roma, ma, secondo alcuni, i resti trasportati a Roma erano in realtà di San Paolino di Nola, e le spoglie ancora conservate nella basilica di Benevento sarebbero quelle di San Bartolomeo.

Il culto di San Bartolomeo è piuttosto diffuso in tutta Italia: è il patrono di Benevento e di altre decine di comuni (tra cui Fiumalbo e Cutigliano), dalle Alpi alle isole; anche a Pistoia, il cui patrono è San Jacopo, la festa di San Bartolomeo è molto sentita. Fu venerato in particolar modo dai Longobardi; la chiesa di San Bartolomeo in Pantano a Pistoia fu eretta per iniziativa del nobile longobardo Gaidoaldo, ed è quindi plausibile che anche nelle altre località del Cammino le origini ultime del culto di San Bartolomeo risalgano ai Longobardi, anche se le testimonianze relative a Fiumalbo, Cutigliano e Spedaletto sono tutte di epoca successiva.